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Gli investimenti degli emiri, dall’equitazione al calcio

Il business è ormai ovunque. Il fenomeno della globalizzazione dell’economia è riscontrabile in ogni angolo del globo e, soprattutto, in ogni area sociale e culturale. Gli sport, dunque, non fanno affatto eccezione. E in questo contesto sono tanti i ricchi proprietari provenienti dal Golfo Persico che, vista la loro grande disposizione economica, investono in due discipline come l’ippica e il calcio, segmenti economici importanti e sempre più in espansione.

I purosangue, protagonisti delle corse e del business

Uno degli sceicchi che ha fatto la storia dal punto di vista dell’ippica è sicuramente Hamdan Al Maktoum, che ha creato una delle scuderie più importanti del mondo, ossia Shadwell. Cosciente dell’enorme potenziale della filiera dell’equitazione a livello sportivo, colui che è stato uno degli emiri più lungimiranti di sempre aveva sfruttato la forza economica di un settore i cui grandi eventi come il Gran Prix di Parigi e l’evento di Royal Ascot in Inghilterra sono tra le gare più prestigiose alle quali si presentano persone di grande importanza a livello politico e di immagine. In Italia, dove nei grandi ippodromi, come quello di San Siro a Milano e quello di Agnano a Napoli, si corrono spesso gare piene di adrenalina nelle quali gli appassionati di cavalli effettuano le loro scommesse sull’ippica. Amanti dei cavalli, che nel Golfo Persico hanno storicamente vissuto da protagonisti grandi corse in zone desertiche, gli emiri hanno visto per primi la possibilità di poter investire in questo mercato, inserendosi così nel mercato europeo e mondiale e aumentando di conseguenza il potenziale di crescita dell’ippica sportiva. Non è poi mancato il loro interesse in altri ambiti sportivi come lo sport più praticato del mondo e dove girano ingenti quantità di denaro, ossia il calcio.

L’impronta delle proprietà del Golfo nel calcio europeo

Nell’ultimo decennio, il Manchester City e il Paris Saint Germain hanno fatto notizia per essere stati acquistati da proprietà molto abbienti del Golfo Persico. Queste proprietà hanno deciso di investire in modo deciso in due realtà calcistiche poco storiche fino a pochi anni fa, e non hanno badato a spese. Il City, la cui proprietà proviene dalla località di Abu Dhabi e che fino al 2023 avrà come allenatore il catalano Pep Guardiola, è la società la cui rosa ha il valore di mercato più alto, ossia quello di 977 milioni di euro. La squadra di Manchester, attualmente prima nel campionato inglese, sta dimostrando che questi investimenti sono efficaci anche in Champions League. Dietro il City si piazza il PSG, proprietà di un fondo di investimento del Qatar, la cui rosa vale 909,55 milioni di euro. Nonostante gli acquisti recenti di giocatori come Lionel Messi, Gianluigi Donnarumma e Achraf Hakimi, la società francese non è riuscita però a rompere gli indugi in Europa, venendo eliminata agli ottavi di finale di Champions dal Real Madrid, che in questa speciale classifica è settima. Quello del PSG in Europa è catalogabile come un fallimento, viste le enormi quantità di denaro spese negli ultimi dieci anni dalla proprietà qatariota senza mai vincere un trofeo internazionale.

Ciò nonostante, le grandi cifre delle quali abbiamo fatto menzione sono senza dubbio sinonimo dell’enorme giro di danari impostato dalle proprietà del Golfo, le quali ormai sono una potenza mondiale dal punto di vista sportivo ed economico.

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