Il Governo Meloni sta pianificando una significativa riduzione dell’Assegno Unico per i figli a partire dal 2025, con l’obiettivo di redistribuire le risorse alle famiglie più bisognose. Le nuove modifiche prevedono l’eliminazione dell’Assegno per i nuclei familiari che non presentano l’ISEE o che superano i 45.000 euro di reddito.
In questo articolo, analizziamo come cambierà l’Assegno Unico Universale (AUU) nel 2025, quali sono le proposte in discussione e come queste potrebbero influenzare le famiglie italiane.
Taglio Assegno Unico Figli: Cosa Cambia dal 2025
A partire dal 2025, l’Assegno Unico Universale potrebbe subire un ridimensionamento. Le principali modifiche allo studio riguardano la riduzione delle risorse destinate alle famiglie che non presentano l’ISEE o che superano la soglia di 45.000 euro di reddito annuo. Attualmente, l’Assegno Unico Universale è accessibile a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, ma con importi variabili in base all’ISEE, all’età e alla condizione dei figli.
L’AUU ha un valore che varia da 199,4 euro a 57 euro al mese per ogni figlio minorenne e da 96,9 euro a 28,5 euro per i figli tra i 18 e i 21 anni. Per i figli disabili, non ci sono limiti di età.
Tuttavia, accanto ai tagli, il governo sta valutando l’introduzione di nuove misure positive. Una delle proposte è quella di escludere l’Assegno Unico dal calcolo dell’ISEE, per evitare che i nuclei familiari numerosi perdano l’accesso ad altre agevolazioni a causa dell’aumento dell’ISEE dovuto all’AUU. Inoltre, si sta considerando l’estensione dell’Assegno per i figli tra i 18 e i 21 anni e fino ai 26 anni per quelli a carico in formazione accademica o professionale.
Motivi del Taglio Assegno Unico
La proposta di riduzione dell’Assegno Unico è motivata principalmente dalla necessità di contenere la spesa pubblica. L’Assegno Unico costa attualmente allo Stato circa 20 miliardi di euro all’anno e coinvolge oltre 6,2 milioni di famiglie per un totale di circa 9,8 milioni di figli.
Inoltre, l’Italia è stata obbligata dall’Unione Europea a modificare le regole di accesso all’Assegno Unico, rimuovendo i requisiti di residenza che la Commissione Europea ha giudicato discriminatori nei confronti dei cittadini stranieri. L’adeguamento a queste norme UE potrebbe aumentare ulteriormente la platea di beneficiari e, di conseguenza, i costi per lo Stato.
Il Governo cerca quindi un equilibrio tra il sostegno alle famiglie e la necessità di contenere la spesa pubblica, in un contesto di crescenti difficoltà economiche e demografiche.
Quando Avverrà il Taglio dell’Assegno Unico
Il taglio dell’Assegno Unico potrebbe entrare in vigore con la Legge di Bilancio 2025, prevista per essere presentata al Parlamento entro ottobre 2024. Tuttavia, le discussioni interne al governo e tra i partiti della maggioranza sono ancora in corso, con un vertice previsto per settembre 2024. Le decisioni finali dipenderanno anche dal piano strutturale di bilancio che il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dovrà presentare all’Unione Europea entro il 20 settembre 2024.