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Assegno unico per stranieri immigrati nel 2025: cambiamenti e riduzioni per gli italiani

Dal 2025, l’Italia sarà obbligata a estendere l’assegno unico anche agli stranieri immigrati residenti, a seguito di una direttiva dell’Unione Europea.

Tuttavia, questa espansione della platea di beneficiari potrebbe portare a una riduzione degli importi erogati agli italiani, a causa dei costi elevati che la misura comporterebbe per lo Stato. In questo articolo analizziamo i cambiamenti previsti e le possibili soluzioni che il governo sta valutando per gestire questa situazione.

Estensione dell’assegno unico agli stranieri nel 2025

A partire dal 2025, tutti gli stranieri immigrati residenti in Italia potranno accedere all’assegno unico, indipendentemente dalla loro anzianità di residenza o dalla presenza dei loro figli sul territorio italiano. Questo cambiamento è il risultato di una procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea contro l’Italia, che considera la normativa attuale discriminatoria.

Infatti, secondo le regole in vigore fino al 2024, gli stranieri possono beneficiare dell’assegno unico solo se risiedono in Italia da almeno due anni e hanno figli a carico. Dal 2025, queste restrizioni saranno eliminate, rendendo il sussidio accessibile a una platea più ampia di persone.

Le regole attuali e come cambieranno nel 2025

Fino alla fine del 2024, per poter ricevere l’assegno unico, i beneficiari stranieri devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • Avere figli a carico fino a 21 anni, o senza limiti di età se disabili.
  • Risiedere o essere domiciliati in Italia da almeno due anni.
  • Essere cittadini italiani, di uno Stato membro dell’Unione Europea o di un Paese extra UE con permesso di soggiorno di lungo periodo.
  • Essere soggetti al pagamento delle imposte sul reddito in Italia.

Dal 2025, queste restrizioni verranno eliminate, permettendo a tutti gli stranieri residenti in Italia, anche per meno di due anni, di accedere all’assegno unico, indipendentemente dalla presenza dei loro figli sul territorio nazionale.

Le preoccupazioni per le risorse finanziarie

L’espansione della platea dei beneficiari comporterà un aumento dei costi per lo Stato, rendendo il sostegno più difficile da mantenere nei suoi termini attuali. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha espresso preoccupazioni riguardo la sostenibilità dell’assegno unico con queste nuove regole imposte dall’UE. Secondo le stime, la misura attualmente costa circa 20 miliardi di euro all’anno, coprendo oltre 6,2 milioni di famiglie e quasi 10 milioni di figli.

Con l’introduzione delle nuove regole, il rischio è che l’onere finanziario diventi insostenibile, portando a un ridimensionamento degli importi erogati, specialmente per i cittadini italiani. Il governo sta quindi valutando possibili soluzioni per ridurre i costi, tra cui un possibile taglio degli importi o una ridefinizione dei criteri ISEE.

Quando entreranno in vigore i cambiamenti

I cambiamenti nell’assegno unico entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2025, con l’approvazione della nuova legge di bilancio. Il cosiddetto “nuovo assegno unico” potrebbe prevedere importi più bassi, limiti più stringenti basati sull’ISEE e l’eliminazione dell’obbligo di cittadinanza per i beneficiari.

Conclusioni

L’estensione dell’assegno unico agli stranieri immigrati rappresenta un cambiamento significativo per il sistema di welfare italiano. Sebbene questo ampliamento sia una risposta alle direttive europee, comporta sfide importanti per la sostenibilità finanziaria della misura. Nei prossimi mesi, il governo dovrà trovare un equilibrio tra l’obbligo di conformarsi alle normative UE e la necessità di garantire un sostegno adeguato ai cittadini italiani.

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