Il crollo del Bitcoin: cause e conseguenze
Il Bitcoin, la criptovaluta più conosciuta al mondo, ha recentemente subito una significativa correzione del suo valore. Dopo aver raggiunto un massimo storico di quasi 110mila dollari all’inizio di gennaio 2025, il suo prezzo è sceso a circa 85mila dollari, segnando una perdita di circa il 20%. Questo calo è stato innescato da una serie di fattori economici e politici che hanno influenzato la fiducia degli investitori.
Il contesto economico e politico
Il nuovo governo di Donald Trump ha portato con sé una serie di promesse che inizialmente avevano alimentato l’ottimismo nel mercato delle criptovalute. Tuttavia, le recenti minacce di nuovi dazi commerciali verso la Cina e l’Unione Europea, unite a una retorica aggressiva in politica estera, hanno aumentato l’incertezza tra gli investitori. Inoltre, l’inflazione persistente, con l’indice dei prezzi al consumo che si mantiene sopra il 3%, ha costretto la Federal Reserve a rivedere le sue politiche monetarie, riducendo le aspettative di tagli ai tassi d’interesse che avrebbero potuto favorire asset rischiosi come il Bitcoin.
Il sentiment del mercato e la capitolazione degli investitori
Il clima attuale del mercato è caratterizzato da un forte pessimismo, noto come “sentiment ribassista”. Gli investitori, spaventati dalla discesa del prezzo, stanno liquidando le loro posizioni, accelerando ulteriormente il calo. Questo fenomeno è tipico in situazioni di “capitolazione”, dove la maggior parte degli investitori decide di vendere in massa per limitare le perdite. Le criptovalute alternative, come Ethereum e Solana, stanno subendo perdite ancora più gravi, con cali del 5-8% in un solo giorno. Anche le “memecoins” stanno perdendo appeal, con alcune che hanno visto il loro valore ridursi di oltre il 50%.