Indice dei contenuti:
Un avvio difficile per le borse europee
Le borse europee hanno aperto la giornata con un segno negativo, seguendo il tracollo di Wall Street. A Piazza Affari, il Ftse Mib ha registrato un ribasso dell’1,3%, scendendo in area 33.950 punti. Tra i titoli più colpiti, Stm ha perso il 2,9%, Nexi il 2,4% e Prysmian il 2,2%. In un contesto di incertezze economiche, nessun titolo è riuscito a registrare un incremento, mentre Tim ha limitato la perdita allo 0,8% dopo l’offerta da 700 milioni del Mef e di Retelit per Sparkle, valida fino al 27 gennaio.
Le reazioni alle decisioni della Fed
La Federal Reserve ha recentemente annunciato un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, ma ha anche segnalato una prospettiva di riduzioni più contenuta per il 2025, prevedendo solo due ulteriori tagli. Questa notizia ha avuto un impatto immediato sui mercati, spingendo il dollaro a raggiungere il massimo degli ultimi due anni e facendo salire i rendimenti dei Treasury decennali al picco da sette mesi. Le prospettive caute della banca centrale americana hanno trascinato in rosso i listini statunitensi, in particolare il Nasdaq, che ha registrato un calo del 3,56%. Anche le piazze asiatiche hanno risentito di questa situazione, mostrando segni di debolezza nella mattinata.
Le reazioni delle altre banche centrali
In questo contesto di incertezze, la Bank of Japan ha deciso di mantenere i tassi invariati, in attesa di un momento più favorevole per un eventuale aumento. Oggi, l’attenzione si sposterà sulla Bank of England e sugli istituti di Svezia e Norvegia, che si riuniranno per discutere le loro politiche monetarie. Inoltre, sono attesi i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulla salute dell’economia americana.
Andamento dei mercati obbligazionari e delle materie prime
Nel mercato obbligazionario, il rendimento del decennale statunitense è risalito al 4,52%, mentre lo spread Btp-Bund si è ampliato a 118 punti base. Il titolo a 10 anni italiano ha visto un aumento al 3,48%, rispetto al benchmark tedesco che si attesta al 2,3%. Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio Brent è scivolato sotto i 73 dollari al barile, mentre l’oro si è deprezzato a 2.614 dollari l’oncia, a causa del rafforzamento del dollaro. Sul mercato valutario, il cambio euro/dollaro ha bucato al ribasso quota 1,04, mentre il dollaro/yen è salito a 156,6. Infine, nel settore delle criptovalute, il Bitcoin scambia in prossimità dei 101.000 dollari.