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Cos’è il Premierato e cosa cambia in Italia con la riforma costituzionale

Il Senato ha dato il primo via libera all’introduzione del “premierato”, inserito nel DDL di riforma costituzionale.

La proposta di legge, che dovrà passare ancora al vaglio della Camera dei Deputati, mira a modificare la Costituzione, concentrandosi principalmente sul rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio dei Ministri e sull’implementazione di un’elezione diretta per tale ruolo.

Rispetto al testo originario, quello che il Senato ha varato prevede il limite di due mandati per il premier e l’eliminazione della “norma anti ribaltone” precedentemente introdotta dal governo.

Cos’è il Premierato

Il “premierato” è un termine usato per indicare un nuovo sistema di rafforzamento dei poteri del premier, proposto dal governo Meloni. Il premier è il Presidente del Consiglio dei Ministri, ossia il capo del governo. Il premierato prevede che il Presidente del Consiglio venga eletto direttamente dal popolo, eliminando la necessità di una relazione di fiducia con il Parlamento, sebbene questa rimanga comunque importante.

Cosa prevede il DDL di Riforma Costituzionale

1) Elezione Diretta del Premier

Il DDL prevede l’elezione diretta del premier con modifiche agli articoli 92 e 94 della Costituzione. Attualmente, il capo del governo è scelto dal Presidente della Repubblica sulla base delle indicazioni dei partiti post elezioni. Con la riforma, il premier sarà eletto tramite suffragio universale e rimarrà in carica per cinque anni, con un limite di due mandati.

2) Nuova Modalità di Elezione

Se la riforma sarà approvata, il Presidente del Consiglio sarà eletto tramite suffragio universale contestualmente al rinnovo delle Camere. La votazione si terrà con un’unica scheda.

3) Premio di Maggioranza

La riforma suggerisce l’istituzione di un premio di maggioranza per garantire maggiore stabilità a chi governa. Il testo prevede un premio del 55% per il partito o la coalizione vincente.

4) Procedura Post-Elezioni

Il premier dovrà presentarsi alle Camere entro dieci giorni dalla formazione del governo per ottenere la fiducia. Se non ottiene la fiducia delle Camere in due tentativi, queste verranno sciolte e si tornerà al voto. La riforma modifica anche l’articolo 88 della Costituzione, impedendo al Presidente della Repubblica di sciogliere una sola Camera.

5) Eliminazione della Norma Anti Ribaltone

La norma “anti-ribaltone” che impediva la formazione di governi tecnici guidati da figure esterne ai partiti è stata cancellata. L’emendamento “simul stabunt, simul cadent” garantisce che il governo rimanga in carica finché mantiene la fiducia delle Camere. In caso di mozione di sfiducia, si procederà a nuove elezioni.

Iter di Approvazione del Premierato

La riforma costituzionale necessita dell’approvazione dei due terzi dei componenti in entrambi i rami del Parlamento, con due votazioni a distanza di almeno tre mesi. Se la legge viene approvata solo con la maggioranza assoluta, è possibile chiedere un referendum popolare entro tre mesi.

Critiche al Premierato

L’opposizione e alcuni esperti ritengono che la riforma alteri gli equilibri tra i poteri del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio, favorendo quest’ultimo. Alcuni analisti sostengono che la riforma sia incompleta, poiché non conferisce al premier la possibilità di nominare e destituire i ministri.

Entrata in Vigore del Premierato

Se approvata, la riforma entrerà in vigore con la prossima legislatura o con il primo scioglimento delle Camere successivo all’approvazione.

Il Premierato nel Mondo

Nei Paesi dell’Europa non esiste un esempio di premierato “puro”. Tuttavia, esistono repubbliche parlamentari come il Regno Unito e la Germania, dove il premier ha poteri significativi. In Germania e Spagna, esiste la sfiducia costruttiva, che impedisce al Parlamento di votare la sfiducia al governo in carica senza concedere fiducia a un nuovo esecutivo.

La riforma costituzionale proposta dal governo Meloni mira a introdurre un sistema di premierato in Italia, con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità e governabilità. La legge passerà ora all’esame della Camera dei Deputati per ulteriori votazioni e possibili modifiche.

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