Il valore aggiunto provinciale: un indicatore chiave
Nel 2023, il valore aggiunto provinciale in Italia ha mostrato una crescita significativa, con un incremento medio nazionale del 6,55%. Le province del Nord Ovest, in particolare, hanno registrato un aumento del 6,73%, mentre il Mezzogiorno ha seguito a ruota con un 6,59%. Questi dati, forniti dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, evidenziano l’importanza del valore aggiunto come indicatore della salute economica di un territorio, rappresentando la differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il costo dei beni e servizi utilizzati nella produzione.
Disuguaglianze regionali e provinciali
Nonostante la crescita generale, le differenze tra le province italiane sono sempre più marcate. Tra il 2003 e il 2023, ben 65 province su 107 hanno visto un peggioramento del loro valore aggiunto pro-capite rispetto alla media nazionale. Questo fenomeno mette in luce uno sviluppo diseguale, con alcune aree che prosperano mentre altre faticano a mantenere il passo. Milano, con un valore aggiunto pro-capite di 62.863 euro, si conferma la provincia più ricca d’Italia, seguita da Bolzano e Bologna, mentre Agrigento, con 17.345 euro, continua a occupare l’ultimo posto della graduatoria.
Il Sud in crescita: segnali di vitalità
Un aspetto interessante emerso dal report è il dinamismo del Sud Italia, che ha visto province come Agrigento e Chieti registrare una crescita del valore aggiunto del 7,85%. Questo incremento è attribuibile principalmente all’industria e alla Pubblica amministrazione, con il Meridione che ha superato le performance del Nord Est e del Centro. Sono otto le province del Sud tra le prime dieci per crescita nel settore industriale, evidenziando un potenziale di sviluppo che potrebbe ridurre il divario con il resto del Paese.
Politiche di sviluppo per un futuro equilibrato
Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha sottolineato la necessità di politiche di sviluppo che promuovano una crescita più equilibrata tra le diverse aree del Paese. Le Camere di commercio possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo, fungendo da intermediari tra le istituzioni e le economie locali. È fondamentale affrontare le disuguaglianze di crescita, sia al Nord che al Sud, per garantire un futuro economico sostenibile e prospero per tutte le province italiane.