Il crollo del Bitcoin
Negli ultimi giorni, il Bitcoin ha subito un calo drammatico, segnando una flessione di oltre il 7% in poche ore. Questo ribasso ha portato la criptovaluta a scendere sotto la soglia dei 75mila euro, con un decremento complessivo del 25% rispetto ai massimi storici toccati meno di sei settimane fa. Questo scenario di crisi non è isolato, ma rappresenta un trend più ampio che coinvolge l’intero ecosistema delle criptovalute.
Le cause del ribasso
Il recente tracollo del Bitcoin è stato influenzato da diversi fattori. In primo luogo, l’elezione di Donald Trump ha inizialmente alimentato un ottimismo tra gli investitori, sperando in un allentamento delle normative che regolano il mercato delle criptovalute. Tuttavia, dopo la sua nomina, non ci sono stati sviluppi significativi, e i dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti hanno spinto molti investitori a disinvestire dai mercati speculativi, contribuendo così al crollo.
Impatto su Ethereum e altre criptovalute
Il calo del Bitcoin ha avuto ripercussioni anche su altre criptovalute, come Ethereum, che ha visto un ribasso di circa il 10%, scendendo attorno ai 2mila euro. Questo rappresenta quasi un 35% in meno rispetto a un mese fa e circa la metà dei suoi massimi storici. La situazione è aggravata da scandali legati ai memecoin e da attacchi informatici, come quello subito dall’exchange Bybit, che hanno ulteriormente minato la fiducia degli investitori nel mercato.
Inflazione e tassi d’interesse
Un altro fattore che preoccupa gli investitori è l’inflazione persistente negli Stati Uniti, che ha mostrato una crescita del 3%, ben al di sopra del target fissato dalla Federal Reserve al 2%. Questo scenario solleva interrogativi sulla possibilità di un futuro taglio dei tassi d’interesse, una mossa che, in teoria, dovrebbe favorire investimenti in asset rischiosi come le criptovalute. Tuttavia, la situazione attuale sembra suggerire che i tassi potrebbero rimanere stabili, alimentando ulteriormente l’incertezza nel mercato.