I fringe benefit sono una forma di retribuzione non monetaria, offerta sotto forma di beni o servizi, che si aggiunge allo stipendio dei lavoratori dipendenti del settore privato. Nel 2025, si prevedono importanti novità riguardanti i limiti di esenzione fiscale e le modalità di utilizzo di questi benefit. In questa guida, vediamo cosa sono, come funzionano, a chi spettano e cosa cambia con le nuove disposizioni.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit, noti anche come “compensi in natura” o “benefit aziendali”, sono compensi non monetari che i datori di lavoro offrono ai dipendenti oltre al salario base. Istituiti dalla Legge di Stabilità 2016, questi benefit vengono erogati in forma di rimborsi, beni in natura o servizi accessori.
Il loro scopo è migliorare la qualità della vita del lavoratore, fornendo servizi che possono agevolare la vita quotidiana. Questi benefit non sono tassabili entro una certa soglia, che storicamente è stata fissata a 258,23 euro all’anno. Tuttavia, negli ultimi anni questa soglia è stata modificata più volte, aumentando significativamente per determinate categorie di lavoratori.
Limiti e soglie nel 2024
Per l’anno 2024, il limite di esenzione fiscale è stato aumentato a:
- 2.000 euro annui per i dipendenti con figli a carico.
- 1.000 euro annui per i lavoratori senza figli.
Questi limiti riguardano la somma di tutti i fringe benefit concessi dal datore di lavoro. Se la soglia viene superata, l’intero importo dei benefit diventa tassabile.
Novità per i fringe benefit nel 2025
Nel 2025, il governo Meloni intende riformare il sistema dei fringe benefit, proponendo di innalzare la soglia di esenzione fiscale a 2.000 euro per tutti i lavoratori dipendenti, indipendentemente dal numero di figli. Inoltre, sarà possibile utilizzare i fringe benefit per coprire spese legate all’affitto o al mutuo della prima casa, ampliando così il loro utilizzo a voci di spesa fondamentali per le famiglie.
Con la prossima Legge di Bilancio, si prevede quindi una semplificazione del sistema, con la creazione di criteri più uniformi per l’accesso e l’utilizzo di questi benefit. Si attendono ulteriori dettagli ufficiali su queste modifiche.
Chi può usufruire dei fringe benefit
I fringe benefit sono destinati ai lavoratori dipendenti del settore privato. Questo include coloro che hanno un contratto a tempo determinato, indeterminato o di apprendistato, e che ricoprono varie posizioni, come operai, impiegati, quadri e dirigenti.
Sono inclusi anche i percettori di redditi da lavoro assimilato, come collaboratori CO.CO.CO, amministratori e lavoratori autonomi occasionali. Tuttavia, i lavoratori del settore pubblico (statali) sono esclusi dal diritto ai fringe benefit.
Va sottolineato che l’erogazione dei fringe benefit non è obbligatoria, ma dipende dalla politica aziendale del datore di lavoro. In alcuni casi, possono essere negoziati tramite accordi collettivi con i sindacati.
Limiti di imponibilità
Secondo l’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), i fringe benefit non sono tassabili fino a una soglia di 258,23 euro annui. Se il valore totale dei benefit supera questa soglia, l’intero importo diventa tassabile e soggetto a contribuzione.
Nel 2024, i limiti sono stati aumentati a 2.000 euro per i lavoratori con figli e a 1.000 euro per quelli senza figli, e queste soglie cambieranno ulteriormente nel 2025.
Come funzionano i fringe benefit
I fringe benefit fanno parte della retribuzione non monetaria e vengono concessi come beni o servizi. Possono essere riconosciuti a intere categorie di dipendenti o solo a determinati lavoratori per specifiche mansioni.
Questi benefit rientrano nelle politiche di welfare aziendale, con l’obiettivo di migliorare l’ambiente di lavoro, aumentare la produttività e incentivare la fedeltà dei dipendenti. Tuttavia, non sono obbligatori e il datore di lavoro decide se concederli o meno.
Cosa rientra nei fringe benefit
I fringe benefit possono includere una vasta gamma di beni e servizi. Tra i più comuni troviamo:
- Auto aziendali ad uso promiscuo.
- Buoni pasto.
- Telefono cellulare, tablet, PC aziendale.
- Abitazioni in locazione o comodato.
- Polizze assicurative sanitarie o sulla vita.
- Prestiti agevolati.
- Borse di studio.
Questi benefit possono essere concessi anche tramite voucher o buoni acquisto, che i dipendenti possono utilizzare per l’acquisto di beni o servizi.
Cosa non rientra nei fringe benefit
Non rientrano nei fringe benefit alcune prestazioni che sono specificatamente previste dall’articolo 51 del TUIR. Tra questi, i “flexible benefit”, che includono:
- Rimborso delle rette scolastiche.
- Rimborso per libri di testo.
- Viaggi o vacanze con finalità ricreative.
- Medicina preventiva e diagnostica.
Come viene calcolato il fringe benefit in busta paga
Il valore dei fringe benefit viene calcolato tenendo conto del costo unitario del servizio o bene offerto al dipendente, suddiviso per 12 mesi. Il valore mensile viene poi inserito nella busta paga del dipendente.
Se il valore totale dei benefit supera le soglie esentasse (1.000 o 2.000 euro nel 2024), l’intero importo diventa tassabile e soggetto a contribuzione. Il superamento della soglia fa sì che il benefit incida anche sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR).
Come richiedere i fringe benefit
Per ottenere i fringe benefit, il dipendente deve farne richiesta al proprio datore di lavoro. Per il bonus di 2.000 euro per i dipendenti con figli, è necessario fornire il codice fiscale dei figli a carico. Il datore di lavoro comunicherà i dati all’INPS tramite appositi canali telematici.
Contributi per i fringe benefit
I fringe benefit sono soggetti a contribuzione previdenziale se superano le soglie esentasse. In questo caso, il datore di lavoro dovrà versare i contributi su tutto l’importo dei benefit erogati.
Conclusioni
I fringe benefit sono uno strumento importante per migliorare il benessere dei lavoratori e incentivare la produttività. Le novità previste per il 2025 puntano a rendere questi benefici più accessibili e utili per un numero maggiore di dipendenti. Con l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale e l’ampliamento delle modalità di utilizzo, i fringe benefit diventeranno uno strumento ancora più interessante per il welfare aziendale.