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Un’inchiesta che scuote il mercato
Recentemente, un’importante inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Ferrara ha portato alla luce un vasto sistema di frodi doganali che coinvolge anche la provincia di Varese. Le indagini, coordinate dall’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Bologna, hanno portato al sequestro preventivo di circa 950 mila euro nei confronti di una società della provincia estense, accusata di contrabbando e falsità ideologica in atti.
Le modalità di frode
Le indagini hanno rivelato che i responsabili di due imprese, una situata a Ferrara e l’altra a Varese, avrebbero falsificato la documentazione doganale per dichiarare false origini dei coils d’acciaio importati dalla Cina. Questi prodotti venivano presentati come provenienti dalla Corea del Sud, permettendo così di eludere il pagamento del dazio anti-dumping imposto sui prodotti cinesi. Questo stratagemma ha consentito loro di risparmiare illecitamente 950 mila euro di diritti doganali.
Le conseguenze delle frodi
Le indagini hanno portato alla luce un totale di 60 operazioni di importazione fraudolenta, con certificati falsificati che attestavano la falsa origine sudcoreana dell’acciaio. Durante le perquisizioni, i finanzieri hanno sequestrato documenti che dimostravano chiaramente l’effettiva provenienza cinese del prodotto. Complessivamente, le somme sequestrate durante l’intera operazione ammontano a oltre 3,3 milioni di euro.
Il ruolo della Procura Europea
L’intervento della Procura Europea e della Guardia di Finanza sottolinea l’importanza di combattere le frodi doganali, che non solo privano lo Stato di risorse vitali, ma creano anche distorsioni nel mercato dell’Unione Europea, penalizzando le imprese che operano nel rispetto delle regole. Attualmente, il procedimento penale è in fase di indagini preliminari, e si ricorda che, secondo il D.Lgs. n. 188/2021, la presunzione di innocenza deve essere rispettata fino a una sentenza irrevocabile.
