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Furto record di Ethereum: hacker nordcoreani colpiscono Bybit

Il furto cibernetico più grande della storia

Il , il mondo delle criptovalute è stato scosso da un attacco informatico senza precedenti. Gli hacker nordcoreani sono riusciti a rubare ben 1,46 miliardi di dollari in Ethereum dalla piattaforma di scambio Bybit, con sede a Dubai e guidata dal CEO Ben Zhou. Questo furto rappresenta il più grande attacco cibernetico mai registrato nella storia delle criptovalute, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle piattaforme di trading e sulla vulnerabilità del sistema nel suo complesso.

Reazioni del mercato e resilienza delle criptovalute

Nonostante la gravità dell’incidente, il mercato delle criptovalute ha mostrato una sorprendente resilienza. Nella giornata del furto, il Bitcoin ha registrato una flessione del 2,3%, scendendo a 96.570 dollari, mentre l’Ethereum ha perso il 2,4%, attestandosi a 2.739 dollari. Questi movimenti, sebbene significativi, non hanno portato a un crollo totale del mercato, a differenza di quanto accaduto nel 2014 con il fallimento di Mt. Gox, che aveva devastato l’intero settore per oltre un anno.

Il ruolo di Bybit e la risposta del CEO

Ben Zhou, CEO di Bybit, ha reagito prontamente all’accaduto, presentandosi in diretta sui social media per rassicurare gli utenti. Ha dichiarato che la piattaforma è rimasta solvente e in grado di coprire le perdite, grazie a un sistema di asset garantiti 1:1. Inoltre, Bybit ha ricevuto un aiuto cruciale da parte di un’altra borsa cripto, Bitget, che ha trasferito 40.000 Ethereum per sostenere la liquidità della piattaforma. Questo gesto di solidarietà tra le borse cripto è un segnale positivo in un settore spesso caratterizzato da rivalità.

La modalità dell’attacco: un colpo all’elemento umano

Una delle caratteristiche più sorprendenti di questo attacco è stata la modalità con cui è stato condotto. Gli hacker non hanno violato la crittografia dei wallet né rubato le chiavi direttamente. Hanno invece sfruttato la vulnerabilità dell’elemento umano, manipolando gli strumenti che interagiscono con il sistema multisig, ovvero le firme digitali necessarie per approvare le transazioni. Questo approccio ha dimostrato come la sicurezza non dipenda solo dalla tecnologia, ma anche dalla consapevolezza e dalla formazione degli utenti.

Le implicazioni per il futuro delle criptovalute

Questo furto non è solo un campanello d’allarme per Bybit, ma per l’intero ecosistema delle criptovalute. La crescente sofisticazione degli attacchi informatici richiede una maggiore attenzione alla sicurezza e alla protezione dei fondi degli utenti. Le piattaforme di scambio devono investire in misure di sicurezza più robuste e in programmi di formazione per i propri dipendenti e utenti. Solo così sarà possibile garantire un ambiente più sicuro per gli investitori e promuovere la fiducia nel mercato delle criptovalute.

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