Unione di forze nel settore energetico
La recente fusione tra Saipem e Subsea7 rappresenta un evento di grande rilevanza nel panorama dell’ingegneria energetica. Con un valore di mercato complessivo di circa 20 miliardi di euro, la nuova entità, che prenderà il nome di Saipem7, si posizionerà come uno dei principali attori a livello mondiale nel settore dei servizi per l’industria petrolifera e delle energie rinnovabili. Questa operazione non solo consolida le posizioni di mercato delle due aziende, ma offre anche opportunità significative per l’innovazione e la crescita sostenibile.
Dettagli dell’accordo di fusione
Il consiglio di amministrazione di Saipem, guidato da Alessandro Puliti, ha approvato l’accordo, seguito da Eni e Cassa Depositi e Prestiti, che detengono rispettivamente il 21,19% e il 12,8% delle azioni di Saipem. La fusione sarà strutturata come un’operazione tra pari, con un rapporto di concambio fisso di 50-50. Gli azionisti di Subsea7 riceveranno 6,688 azioni di Saipem per ogni azione detenuta, mentre la società norvegese distribuirà un dividendo straordinario di 450 milioni di euro prima della conclusione dell’accordo, prevista per la seconda metà del 2026.
Implicazioni per il mercato e la governance
La nuova società avrà una governance paritetica, con Eni, Cdp Equity e Siem Industries che costituiranno un nucleo stabile di soci di riferimento, in grado di nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione. Questo assetto garantirà una gestione equilibrata e strategica, fondamentale per affrontare le sfide del mercato globale. Inoltre, la fusione rappresenta un’opportunità per rafforzare la presenza italiana nel settore energetico internazionale, con la sede sociale e il mercato di quotazione che rimarranno in Italia.