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Il termometro del Pil

Un po’ tutti gli elementi del breakdown del dato del Pil del quarto trimestre sono risultati peggiori delle attese ma è soprattutto il nuovo accumulo delle scorte a preoccupare gli economisti poiché getta una luce grigia sull’attività industriale del primo trimestre e di conseguenza anche sul Pil.

“Il breakdown indica che il 2009 partirà su basi molto deboli, e ciò significa che il calo del Pil per il 2009 sarà maggiore rispetto a quello che le istituzioni stanno proiettando. Mi aspetto quindi una nuova revisione al ribasso” dice Luigi Speranza, economista di Bnp Paribas.

Secondo dati Istat di stamane, nel quarto trimestre il Pil è sceso dell’1,9% (rivisto da -1,8%) sui tre mesi precedenti dal -0,7% del terzo trimestre (rivisto da -0,6%).

Sempre nel quarto trimestre dell’anno, il Pil è sceso del 2,9% su base annua (dato rivisto da -2,6%), che si confronta col -1,3% del trimestre precedente, rivisto da -1,1%.

In termini annui il dato sul Pil segna il risultato peggiore dal 1975. Il calo congiunturale segna in particolare il risultato peggiore da almeno l’inizio delle serie storiche nel 1980.

Il governo italiano, nella nota di aggiornamento al Programma di stabilità pubblicato ai primi di febbraio, ha indicato un Pil 2009 a -2%, mentre Bankitalia lo vede a -2,6%. Tra gli istituti di ricerca, l’Isae vede il Pil 2009 a -2,5%, mentre l’agenzia di rating S&P’s lo vede a -2,8%.

L’Istat stamane ha detto che il Pil acquisito per il 2009, ovvero l’effetto di trascinamento dal 2008 sull’anno in corso, è pari a -1,9%.

PREOCCUPAZIONE PER RIALZO SCORTE, OCCHI A CALO INVESTIMENTI

Guardando al breakdown del dato, è soprattutto il permanere di scorte in accumulo a preoccupare gli economisti, poiché ciò è un deterrente per la ripresa dell’attività industriale e quindi per una ripresa del Pil in generale.

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