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Il contesto attuale della gigafactory di Termoli
La gigafactory di Termoli si trova al centro di un acceso dibattito riguardo il suo futuro, dopo le recenti dichiarazioni di Patrick Pouyanné, CEO di TotalEnergies. Le sue affermazioni hanno sollevato dubbi sulla necessità di costruire tre impianti per la produzione di batterie in Europa, suggerendo che la priorità sia data alla fabbrica già operativa in Francia. Questa posizione ha alimentato le incertezze sul progetto italiano, già congelato dallo scorso giugno, e ha aperto un nuovo fronte di tensione tra i lavoratori e le aziende coinvolte.
Le preoccupazioni dei sindacati
La Uilm Molise, attraverso il segretario territoriale Francesco Guida, ha lanciato un allarme riguardo il rischio concreto che l’Italia possa rimanere esclusa dagli investimenti strategici per la transizione industriale ed energetica del settore automotive. Guida ha sottolineato come le dichiarazioni di Pouyanné confermino un quadro preoccupante, evidenziando la necessità di risposte chiare da parte di Stellantis riguardo il proprio piano industriale. La mancanza di chiarezza sta generando ansia tra i lavoratori e le loro famiglie, che temono per il proprio futuro occupazionale.
Richieste di garanzie e mobilitazione dei lavoratori
Il sindacato ha già intrapreso azioni per ottenere risposte dalle istituzioni europee, inclusa una manifestazione a Bruxelles. Le richieste avanzate includono l’assegnazione di uno o più prodotti di meccanica tradizionale, per garantire continuità occupazionale e produttiva. Guida ha fissato due date cruciali per il futuro del progetto: il 19 marzo, quando il presidente di Stellantis, John Elkann, sarà in Parlamento, e un incontro europeo sull’automotive all’inizio di marzo. Questi eventi potrebbero rivelarsi determinanti per il destino della gigafactory di Termoli.
Il futuro della gigafactory e le scelte strategiche
Con Stellantis che ha recentemente siglato un accordo con la cinese CATL per una nuova fabbrica in Spagna e con TotalEnergies che sembra voler concentrare le risorse in Francia, il futuro della gigafactory italiana appare incerto. I sindacati ribadiscono che la mobilitazione proseguirà finché non saranno date garanzie ai lavoratori. È fondamentale che l’Italia non venga marginalizzata mentre altri Paesi attraggono investimenti significativi. La situazione attuale richiede politiche industriali serie e impegni concreti da parte di chi ha responsabilità nelle scelte strategiche.