Sono sempre di più gli svapatori che ritengono sia necessario adottare delle misure volte a favorire l’abbandono delle sigarette tradizionali, supportate dall’utilizzo di prodotti alternativi, come le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato. A dimostrarlo è uno studio condotto dalla Fondazione Luigi Einaudi e presentato nei giorni scorsi in Senato.
Prodotti da svapo: in Italia maggiore informazione
“Prodotti innovativi del tabacco e della nicotina: approcci normativi a confronto”: è questo il titolo dello studio, condotto in collaborazione con Euromedia Research, la quale ha portato avanti un’indagine demoscopica sul tema, realizzata grazie al contributo di Philip Morris Italia.
In sostanza, oltre il 67% dei soggetti che si sono sottoposti all’indagine, composti da fumatori di sigarette tradizionali e utilizzatori di prodotti senza combustione, credono che sia importante che le istituzioni italiane si adoperino sempre più attivamente e consapevolmente nella lotta al vizio del fumo. Anche perché, per riuscirci, hanno dalla loro parte uno strumento tanto innovativo quanto efficace come i dispositivi da svapo.
Inoltre, per favorire il passaggio dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica, i cittadini che hanno partecipato al sondaggio ritengono che un’altra questione molto importante riguardi l’informazione sui prodotti da svapo.
Quasi il 75% degli intervistati, infatti, sebbene le ricerche scientifiche abbiano abbondantemente riconosciuto i prodotti senza combustione come efficace alternativa alle sigarette a combustione, credono che diffondere un’informazione più consapevole sia una marcia in più verso la riduzione dei rischi legati al fumo. Informazione che dovrebbe essere veicolata sia dalle istituzioni che dai produttori del mercato dello svapo.
E una considerevole percentuale degli intervistati, quasi il 57%, si è dichiarata favorevole all’introduzione di una regolamentazione e una fiscalità differenziata, che ponga differenti accenti tra i prodotti da fumo tradizionali e i prodotti innovativi elettronici.
Fondazione Einaudi: divieti inefficaci per lo svapo
I componenti della Fondazione Luigi Einaudi si soffermano, inoltre, sulla questione della regolamentazione e dei divieti dei prodotti innovativi del tabacco e della nicotina. In Italia, infatti, l’approccio con cui si è scelto di procedere è quello dell’informazione e della regolamentazione, a scapito dei divieti e del proibizionismo che, invece, vengono adottati in altri paesi europei e non solo.
Lo studio della Fondazione Einaudi ha, infatti, evidenziato la differenza tra l’approccio adottato dai paesi proibizionisti e quello adottato dai paesi aperti all’innovazione: i primi non riconoscono le tante differenze tra i prodotti tradizionali da fumo e i prodotti innovativi da svapo, mentre i secondi puntano molto sul riconoscimento di queste differenze, a cui dovrebbero seguire delle differenze normative e fiscali.
Tra l’altro, proibire non è mai sinonimo di sicurezza ma, al contrario, è il via libera al mercato dell’illegalità di prodotti da svapo non conformi e non sicuri. Quando i consumatori acquistano gli atomizzatori per sigaretta elettronica o qualsiasi altro componente del dispositivo, infatti, devono rivolgersi soltanto presso i rivenditori autorizzati e regolamentati.
Pertanto, come ha affermato il Segretario generale della Fondazione Einaudi, Andrea Cangini, è molto più utile ed efficace favorire l’innovazione apportata dai prodotti da svapo piuttosto che sottostimarla.
Prodotti innovativi del tabacco: in Italia si chiede una tassazione più bassa
L’Italia è il primo produttore di tabacco tra i paesi dell’Unione europea, oltre ad essersi aggiudicata il titolo di leader mondiale nella produzione su larga scala di prodotti del tabacco riscaldato. Per questo motivo, è un Paese che da anni si batte per l’adozione di politiche di regolazione sui prodotti da svapo. Anche lo studio della Fondazione Einaudi ritiene che sia giunto il momento di fissare una regolamentazione e una tassazione più alta nei confronti del tabacco, della nicotina e dell’intero settore, mentre dovrebbe essere più bassa per i prodotti privi di combustione.
Il fatto che tra le due modalità di fumo ci siano delle sostanziali differenze, infatti, non dovrebbe essere sottovalutato neppure dal punto di vista economico, aspetto che di certo può rappresentare uno stimolo in più per i fumatori a passare alle sigarette elettroniche e ai prodotti alternativi al fumo a combustione.