Un contesto di crescita per le borse europee
Le borse europee hanno chiuso la seduta in rialzo, sostenute da un clima di ottimismo che si respira anche a Wall Street. Questo scenario positivo è alimentato da dati macroeconomici incoraggianti e dalle aspettative relative alle politiche monetarie. In particolare, il Ftse Mib di Piazza Affari ha registrato un incremento dell’1,25%, chiudendo a 36.267 punti. Tra i titoli in evidenza, Iveco ha segnato un +5,7%, seguito da Buzzi con un +4,3% e Azimut con un +2,95%. Tuttavia, non tutte le aziende hanno beneficiato di questo trend, con Amplifon che ha chiuso in calo del 1,5%.
Inflazione e politiche monetarie: un equilibrio delicato
I segnali di moderazione dell’inflazione negli Stati Uniti hanno contribuito a creare un clima di ottimismo riguardo ai possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Questo ha spinto gli investitori a puntare sulle big tech, in attesa dell’insediamento di Trump, previsto per lunedì. I dati macroeconomici hanno mostrato una produzione industriale statunitense in crescita dello 0,9%, superando le aspettative. Inoltre, la lettura finale dell’inflazione nella zona euro si è attestata al 2,4%, con il CPI core al 2,7%. Questi dati sono stati accolti positivamente dai mercati, che si preparano a una settimana ricca di eventi significativi, tra cui il forum di Davos e la pubblicazione degli indici PMI delle principali economie.
Prospettive future e analisi dei mercati
Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le stime di crescita per gli Stati Uniti, portandole al +2,7% nel 2025, mentre ha abbassato le previsioni per l’eurozona all’1%. In Italia, la stima sul PIL è stata ridotta da +0,8% a +0,7%. Queste revisioni evidenziano un contesto economico globale in evoluzione, con l’inflazione in calo che favorisce la normalizzazione delle politiche monetarie. Sul fronte obbligazionario, il rendimento del decennale statunitense si mantiene poco sopra il 4,6%, mentre lo spread Btp-Bund si attesta leggermente sopra i 110 punti base. Le materie prime, nel frattempo, mostrano un andamento contrastante, con il petrolio Brent che scivola sotto gli 80 dollari al barile e l’oro che si stabilizza a 2.715 dollari l’oncia.