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Mutuo giovani: cosa succederà nel 2024

Il governo sta valutando la possibilità di prorogare l’agevolazione dell’80% sulla quota capitale dei mutui per i giovani sotto i 36 anni.

Tuttavia, è fondamentale capire quali istituti finanziari offrano attualmente le migliori condizioni sia a tasso fisso che a tasso variabile. 

Tra i numerosi emendamenti al decreto asset presentati presso le commissioni riunite dell’ambiente e dell’industria del Senato, uno in particolare, proposto da Gianpietro Maffoni (Fratelli d’Italia), mira a posticipare la scadenza per presentare la domanda di accesso al fondo prima casa fino al 31 dicembre 2024. Questo emendamento prevede anche una riduzione del limite di reddito da 40.000 a 30.000 euro annui. Non appena l’iter di esame avrà inizio, l’attenzione sarà rivolta alle condizioni più competitive offerte dalle banche ai giovani, sia a tasso fisso che a tasso variabile, nel mese di settembre.

L’estensione delle agevolazioni per i giovani sotto i 36 anni nell’acquisto della prima casa sarebbe senz’altro una notizia positiva per i potenziali mutuatari e per il mercato immobiliare. Si ricorda che questa norma è stata introdotta nel decreto sostegni bis nel giugno 2021 dal governo Draghi e ha avuto un impatto significativo sul mercato dei mutui nel secondo trimestre del 2021 e nel 2022, con un aumento del 26% delle richieste di mutui per la prima casa e del 31% delle richieste da parte dei giovani sotto i 36 anni.

Tuttavia, si osserva che se la garanzia si ridurrà dal 80% attuale al 50% della quota capitale e l’accesso sarà limitato agli Isee inferiori a 30.000 euro, anziché ai 40.000 euro attuali, questa norma rischia di avere un effetto estremamente limitato, soprattutto in un contesto di inflazione superiore al 5% e di tassi fissi superiori al 3,5%. Gli esperti del settore, al contrario, sperano che l’estensione della norma possa coinvolgere anche altre categorie di mutuatari, al fine di stimolare il mercato e fornire supporto in un momento così delicato.

I mutui agevolati per i giovani sotto i 36 anni: un’opportunità di defiscalizzazione totale

Per i giovani sotto i 36 anni, vi è attualmente la possibilità di usufruire di una defiscalizzazione totale per l’acquisto di immobili fino al 31 dicembre 2023 (come confermato dalla Legge 197/2022 per tutto il 2023). Grazie a questa agevolazione, i soggetti che non hanno ancora compiuto 36 anni nell’anno della stipula del contratto e con un Isee inferiore ai 40mila euro possono beneficiare di alcuni vantaggi fiscali.

Durante l’atto di compravendita, questi giovani potranno godere di un’esenzione dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e catastale. Inoltre, avranno diritto a un credito d’imposta pari all’ammontare dell’Iva corrisposta, se dovuta. In relazione all’atto di finanziamento, invece, potranno beneficiare di un’esenzione dall’imposta sostitutiva pari allo 0,25% dell’ammontare complessivo.

Questa opportunità rappresenta un’interessante soluzione per i giovani che desiderano acquistare una casa, consentendo loro di usufruire di vantaggi fiscali significativi. Approfittare di questa defiscalizzazione totale può quindi essere una scelta intelligente per coloro che si trovano nella fascia d’età indicata e che rispettano i requisiti previsti.

Il mutuo per giovani: le migliori condizioni disponibili

Siete giovani e desiderate sottoscrivere un mutuo per l’acquisto della vostra prima casa? Ecco una simulazione utilizzando dati di mercato reali che potrebbero interessarvi. Immaginiamo che siate impiegati di 33 anni e vogliate richiedere un mutuo della durata di 30 anni per un importo di 160mila euro, mentre il valore dell’immobile che intendete acquistare è di 200mila euro.

Se scegliete un tasso fisso, le migliori condizioni sono offerte da Bnl – Gruppo Bnp Paribas, con una rata mensile di soli 718 euro per tutta la durata del finanziamento. Seguono Bper Banca (736 euro), Banco Bpm (747 euro), Intesa Sanpaolo (750 euro) e Webank (764 euro).

Al contrario, se optate per un tasso variabile, la rata più vantaggiosa per un mutuo stipulato oggi è proposta da Bcc Milano (792 euro), seguita da Ing (811 euro), Banco Bpm (837 euro), Bper Banca (835 euro) e Banca popolare pugliese (840 euro).

La scelta migliore tra tasso fisso e tasso variabile è soggettiva, ma riflettiamo sui fattori. Gli esperti affermano che è difficile prevedere l’andamento dei tassi. Tuttavia, la maggior parte degli analisti ipotizza che la Banca centrale europea non aumenterà i tassi nel prossimo futuro, ma li manterrà elevati fino a quando l’inflazione non raggiungerà il 2%. Secondo le curve forward, si prevede che l’Euribor raggiunga il suo picco a novembre e successivamente si stabilizzi fino a iniziare a diminuire a metà del 2024.

Considerando la natura instabile della situazione attuale, tuttavia, consigliamo ancora di optare per un mutuo a tasso fisso. Al momento, il tasso fisso costa in media 100 punti base in meno rispetto al tasso variabile, consentendo sicuramente di risparmiare sulla rata mensile durante i primi mesi di vita del mutuo. In futuro, se i tassi diminuiranno, sarà possibile valutare un switch da fisso a variabile tramite surroga.

Restate aggiornati e prendete una decisione ponderata sulla base delle vostre esigenze e delle previsioni di mercato. Per ulteriori informazioni e consulenza personalizzata, vi invitiamo a rivolgervi alle nostre filiali.

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