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Prescrizione Canone RAI: Come Evitare di Pagare gli Arretrati

La prescrizione del canone Rai non pagato si attiva dopo 10 anni.

Questo significa che chi ha accumulato pagamenti arretrati è tenuto a saldare solo quelli relativi agli ultimi 10 anni. La regola si applica sia agli arretrati addebitati in bolletta, sia a quelli antecedenti, risalenti ai periodi in cui il pagamento avveniva tramite bollettino.

In questo articolo spieghiamo come funziona la prescrizione del canone Rai e cosa fare per evitare di pagare gli arretrati.

Come evitare di pagare gli arretrati del canone Rai

Per evitare di pagare gli arretrati del canone Rai, è possibile far valere i termini di prescrizione. Questo è applicabile solo per i debiti accumulati prima dell’introduzione del canone Rai in bolletta nel 2016. In pratica, si possono evitare di pagare solo gli arretrati risalenti al 2013, al 2014 e agli anni precedenti.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33213 del 29 novembre 2023, ha confermato che la riscossione del canone tv è soggetta a una prescrizione decennale. Questo significa che il credito erariale si estingue dopo 10 anni.

Quando scatta la prescrizione del canone Rai

Secondo la Cassazione, la prescrizione del canone Rai scatta dopo 10 anni. Trascorso questo periodo, il contribuente può evitare il pagamento delle quote arretrate e il diritto dell’Agenzia delle Entrate si estingue. Gli arretrati relativi al 2013, ad esempio, possono essere richiesti solo fino al 31 dicembre 2023.

Conseguenze del mancato pagamento del canone Rai

Se l’Agenzia delle Entrate rileva il mancato pagamento del canone Rai, il contribuente sarà soggetto a una sanzione che può arrivare fino a 619 euro. Il mancato pagamento del canone può portare alla sospensione della fornitura elettrica, a meno che non si dimostri di appartenere a una delle categorie esenti o di non possedere un apparecchio televisivo.

Quanti anni bisogna tenere le ricevute del canone Rai

In Italia, la prescrizione per il pagamento del canone Rai è di dieci anni. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate ha dieci anni di tempo per richiedere il pagamento del canone non versato. Di conseguenza, è prudente conservare le ricevute di pagamento del canone Rai per un periodo di almeno 10 anni.

Le ricevute servono come prova di pagamento in caso di contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Pertanto, se si riceve un avviso di accertamento che richiede il pagamento del canone per un anno in cui avete già pagato, potete dimostrare che tale obbligo è stato assolto.

Come funziona il pagamento del canone Rai

Ad oggi, il pagamento del canone Rai avviene direttamente sulla bolletta dell’elettricità ed è pari a 70 euro nel 2024 (al posto dei 90 euro previsti fino al 2023). Ricordiamo che, salvo i casi di esenzione del canone Rai, questa imposta si paga con l’addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche in 10 rate mensili, da gennaio a ottobre di ogni anno.

Cosa fare per non pagare il canone Rai

Per non pagare il canone Rai è necessario dimostrare di rientrare in uno dei casi di esenzione previsti dalla legge. Nello specifico, sono esonerati dal pagamento del canone: gli ultrasettantacinquenni con reddito non superiore a 8.000 euro, i diplomatici e militari stranieri e coloro che non detengono un apparecchio televisivo.

Per ognuna di queste categorie è prevista una procedura specifica. Nella nostra guida all’esenzione del canone Rai vi spieghiamo come va presentata la richiesta e quali sono gli step da seguire in base alla platea di appartenenza.

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