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Quando il conto corrente non è pignorabile e come proteggersi dal pignoramento?

Le difficoltà finanziarie possono colpire una famiglia in modo del tutto improvviso.

Comprendere quando e come il tuo conto corrente può essere protetto dal pignoramento può aiutarti in situazioni complesse, realtà che molti preferirebbero ignorare e non affrontare di persona.

In questo articolo vedremo le circostanze in cui il tuo conto non può essere pignorato ma anche le strategie più efficaci per salvaguardare i tuoi beni – e la tua famiglia – da azioni legali inaspettate.

Cosa rende un conto corrente pignorabile e i 5 casi in cui questa pratica non è ammessa (o quasi)

Come non farsi pignorare il conto corrente? Facciamo una dovuta precisazione: la pignorabilità di un conto corrente dipende da vari fattori legati alla natura del debito e alle circostanze finanziarie del titolare del conto.

Prima di tutto è importante sapere che un conto corrente può diventare pignorabile quando esistono debiti legittimi e confermati attraverso processi legali, che culminano con l’emissione di un titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo.

Tuttavia, la legge italiana prevede delle specifiche protezioni per garantire che i fondi necessari per il sostentamento base di una persona non siano toccati.

Di fatto dunque alcuni conti correnti possono essere pignorati ma con importanti limitazioni.

Vediamo i 5 casi specifici previsti dalla Legge che rendono un conto corrente non pignorabile o pignorabile con limitazioni:

  1. conti in rosso: un conto corrente che presenta un saldo negativo non contiene fondi pignorabili. In questo caso, non vi sono somme disponibili da poter sottrarre per il pagamento dei debiti. Attenzione però: questo non vuol dire che il conto non può essere pignorato, perché potrebbero arrivare delle somme pignorabili successivamente;
  2. conti correnti dove l’unico reddito è la pensione di invalidità: se sul conto arrivano SOLO somme di denaro legate all’invalidità allora quel conto non può essere pignorato. Le somme derivanti dalla pensione di invalidità sono impignorabili anche una volta accreditate sul conto corrente, in quanto sono destinate alla sussistenza del beneficiario. Questo tipo di pensione è considerata un reddito assistenziale, quindi è protetto dal pignoramento sia prima che dopo l’accredito. Tuttavia, la protezione si applica solo se le somme provengono esclusivamente dalla pensione di invalidità e non sono mescolate con altri redditi o fondi sullo stesso conto, che invece potrebbero essere pignorabili;
  3. conti correnti dove l’unico reddito è una rendita assicurativa a vita: la pignorabilità in questo caso dipende dalle clausole contrattuali specifiche della rendita. In generale, una rendita assicurativa potrebbe essere pignorata, a meno che nel contratto non sia espressamente prevista una clausola di impignorabilità;
  4. conto dove il solo reddito è l’assegno di accompagnamento disabili: se sul conto arrivano SOLO somme di denaro legate all’accompagnamento allora quel conto non può essere pignorato;
  5. conti correnti affidati: un conto corrente affidato è un conto corrente a cui la banca concede un fido, ossia una linea di credito che consente al titolare del conto di andare “in negativo” fino a un importo prefissato. Questo significa che, oltre ai soldi presenti sul conto, la persona può utilizzare una somma aggiuntiva prestata dalla banca. Tale somma deve essere poi restituita, e spesso viene applicato un tasso d’interesse sulle somme utilizzate. In caso di pignoramento, solo le somme effettivamente presenti sul conto possono essere pignorate, non il fido.

Va aggiunta però una specifica importante: il pignoramento del conto corrente è una questione tecnica molto, molto complessa ed è pertanto difficile descrivere regole assolute.

L’unico modo per essere sicuri in merito è confrontarsi con un professionista che sappia valutare la tua situazione in modo specifico.

Avere consapevolezza di queste “protezioni” è fondamentale per chiunque stia affrontando difficoltà finanziarie e teme il pignoramento del proprio conto corrente.

Essere informati aiuta a prevenire situazioni in cui i creditori cercano di appropriarsi indebitamente di fondi essenziali per il tuo sostentamento quotidiano.

Quando il pignoramento del conto corrente è solo la punta dell’iceberg: i casi di sovraindebitamento

Spesso purtroppo, il pignoramento del conto corrente non è un evento isolato.

Vi sono dei casi infatti in cui esso rappresenta uno degli ultimi passaggi intrapresi dai creditori in situazioni dove il debitore ha accumulato debiti ben oltre la sua capacità di pagamento.

Questo è spesso un segnale di allarme che indica problemi finanziari profondi noti come sovraindebitamento.

Le persone che affrontano il pignoramento hanno spesso dei debiti in sospeso – carte di credito personali, debiti fiscali, obbligazioni verso i fornitori, ecc…

Questi debiti possono accumularsi fino a diventare insostenibili.

Accade allora che il soggetto in questione cerchi “soluzioni” a questi debiti come la loro rateizzazione, queste “soluzioni” falliscono e i creditori intraprendono azioni legali dirette come il pignoramento del conto corrente.

Ed ecco che la vita del debitore si fa sempre più complessa…

Gestire le spese quotidiane diventa sempre più difficile, senza l’accesso ai fondi necessari tutto, dalla spesa alla bolletta della luce, diventano una sfida quotidiana.

Occorre specificare che prima di arrivare al pignoramento ci sono numerosi segnali di avvertimento.

Chiamate e lettere dei creditori, minacce di azioni legali, l’aumento progressivo dei tassi d’interesse e delle penali per ritardi nel pagamento…

Ma entrare in una situazione di sovraindebitamento è come una spirale: spesso è difficile rendersene conto fino a quando “la vita non ti presenta il conto” – in senso letterale del termine.

In tali circostanze esiste in Italia una legge che può aiutarti a uscire dal debito in maniera legale e definitiva: la Legge 3/2012 – comunemente definita come “Legge Salva Suicidi” e le cui procedure oggi sono inserite all’interno del Nuovo Codice per la Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

Grazie a questa Legge le persone sovraindebitate possono riorganizzare le proprie finanze pagando solo quello che possono sostenere – i debiti restanti vengono di fatto cancellati.

Vi è però un grande problema: il 72% delle pratiche di Legge 3/2012 in Italia viene rigettata dal giudice.

Questo accade perché le procedure sono complesse e richiedono un’attenta valutazione da parte di specialisti nel campo.

In Italia esiste una realtà fondata nel 2016 che vanta il 100% di successi in tribunale: conosciamo meglio Legge3.it e il suo fondatore, Gianmario Bertollo.

Chi è Legge3.it e come può aiutarti a liberarti dai debiti (e dal pignoramento del conto corrente)

Legge3.it, fondata da Gianmario Bertollo nel 2016, è di fatto la più grande organizzazione italiana esperta nei casi di sovraindebitamento.

Parliamo di un vero e proprio punto di riferimento per chi cerca una via d’uscita legale e definitiva da gravi situazioni debitorie che si avvale delle 4 procedure previste dalla Legge:

  1. la ristrutturazione del debito del consumatore: consiste nel proporre al giudice un piano di rientro sostenibile per chi ha contratto debiti nell’ambito privato in veste di consumatore e non per ragioni legate all’attività d’impresa;
  2. il concordato minore: a differenza della prima ipotesi è a disposizione solo dei soggetti che hanno debiti legati ad un esercizio d’impresa (come i professionisti, gli imprenditori minori, gli imprenditori agricoli, le start-up innovative e quindi gli appartenenti alla categoria dei “soggetti non fallibili”). Prevede che si possa appianare tutto il pregresso raggiungendo un accordo con i creditori;
  3. la liquidazione controllata: questa è l’opzione che prevede di mettere in vendita le proprietà del debitore per tentare di soddisfare al meglio gli interessi dei creditori (questa pratica si può fare anche se non si hanno beni da liquidare, ma a fronte di una quota del reddito che esuberi dal fabbisogno familiare). Tutto il debito che non verrà soddisfatto si renderà inesigibile, quindi di fatto il debitore sarà libero (anche se la somma recuperata non riesce a soddisfare per tutto il debito, neanche in minima parte);
  4. esdebitazione del debitore incapiente: i soggetti incapienti possono sdebitarsi per una volta nella vita senza versare nulla. Un soggetto incapiente è colui che non ha nulla da poter offrire ai propri creditori, neppure una piccolissima cifra mensile, anche se ha un reddito ma di fatto è appena sufficiente a garantirgli il sostentamento. Se l’incapiente risulta meritevole può comunque sdebitarsi alla condizione che accetti un obbligo: se nei 4 anni successivi alla sentenza ottiene delle somme superiori al 10% del monte debiti, dovrà mettere a disposizione quella cifra in procedura.

Ogni caso di sovraindebitamento viene minuziosamente analizzato al fine di garantire un esito positivo della pratica in Tribunale – l’azienda offre una Garanzia Soddisfatto o Rimborsato e vanta il 100% di casi di successo.

Il grande impegno di Legge3.it è testimoniato dal bollino “Servizio Sicuro e Verificato” promosso dalla storica rivista Il Salvagente, nonché dalle decine di testimonianze visibili dal canale YouTube dell’azienda – ad oggi Legge3.it ha aiutato oltre 262 famiglie a uscire dall’incubo del sovraindebitamento.

Un team di professionisti della Legge contro il sovraindebitamento operante su oltre 75 province in Italia è pronto ad assistere le famiglie che sono sommerse dal debito tramite consulenze specialistiche e soprattutto realistiche – se la pratica non ha buone possibilità di essere accettata dal giudice viene comunicato in modo onesto e trasparente.

Se ti trovi ad affrontare la minaccia del pignoramento del conto corrente e ti rivedi nei segnali di sovraindebitamento, allora Legge3.it può offrirti una via d’uscita per ripartire pulito dal debito e tornare a vivere una vita serena senza essere più oppresso dai creditori.

Ti stai ancora domandando come evitare il pignoramento del conto corrente? Puoi ottenere maggiori informazioni da qui.

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