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Riapertura dei termini per il concordato preventivo: cosa cambia per i contribuenti

Il nuovo decreto legge e le sue implicazioni

Il recente decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri ha introdotto una significativa novità per i contribuenti italiani: l’estensione dei termini del concordato preventivo biennale fino al 12 dicembre. Questa misura, che non deve essere confusa con una semplice proroga, rappresenta una vera e propria riapertura dei termini, consentendo a circa 500mila partite Iva di regolarizzare la propria posizione fiscale. Il precedente concordato, scaduto il 31 ottobre, aveva già generato un gettito di circa 1,3 miliardi di euro, risorse che il governo intende utilizzare per alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio.

Vantaggi per i contribuenti

Il concordato preventivo biennale offre ai lavoratori autonomi e alle partite Iva la possibilità di congelare tasse e controlli per i prossimi due anni, a fronte di un accordo con il fisco. I contribuenti che aderiscono entro il 12 dicembre possono regolarizzare le somme evase nel periodo 2018-2022, beneficiando di aliquote vantaggiose che variano dal 3% al 15% sui redditi dichiarati nel 2024 e nel 2025. Tuttavia, è fondamentale che i contribuenti abbiano già presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre scorso per poter accedere a questa opportunità.

Requisiti e modalità di adesione

Per poter accedere al concordato preventivo biennale, i contribuenti devono soddisfare alcuni requisiti, tra cui non avere debiti fiscali superiori a 5.000 euro relativi ai tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate. In alternativa, è possibile aderire previa estinzione di tali debiti. È importante notare che i debiti in sospensione o rateazione non vengono considerati ai fini del limite indicato. Inoltre, i contribuenti soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (Isa) possono beneficiare di vantaggi aggiuntivi, incentivando la conformità fiscale e la collaborazione con l’amministrazione tributaria.

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