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Riforma fiscale 2023: tutte le novità

Il 14 agosto 2023 è stata ufficialmente annunciata la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge delega sulla riforma fiscale.

Il governo Meloni avrà ora a disposizione 24 mesi per attuare i decreti esecutivi necessari a implementare quanto previsto dalla norma. Ma cosa contiene esattamente questa legge? E quali saranno i principali cambiamenti che dovremo aspettarci rispetto al passato? Di seguito sono riportati i punti salienti della riforma.

La riforma fiscale del 2023 prevede, come obiettivo finale, l’arrivo di un sistema di tassazione a aliquota unica, sebbene la forma definitiva debba ancora essere discussa. Per raggiungere questo scopo, i decreti attuativi dovranno ridurre il numero di scaglioni nell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) da quattro a tre. È probabile che questo obiettivo venga raggiunto già nel prossimo anno. Attualmente, il sistema fiscale funziona secondo la seguente progressione:

– Reddito imponibile fino a 15.000 euro: aliquota del 23%
– Reddito imponibile oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro: aliquota del 27%
– Reddito imponibile oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro: aliquota del 38%
– Reddito imponibile oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro: aliquota del 41%

Un altro punto fondamentale per il governo riguarda l’introduzione di una no tax area unica per tutte le categorie di reddito (dipendenti, autonomi e pensionati). L’obiettivo è garantire una maggiore equità orizzontale. Attualmente, la no tax area varia in base alla fonte di reddito:

– Lavoro dipendente: limite di reddito di 8.174 euro
– Pensione: limite di reddito di 8.500 euro
– Lavoro autonomo: limite di reddito di 5.500 euro

Questi sono solo alcuni dei punti salienti della riforma fiscale del 2023. Sarà interessante osservare come il governo Meloni metterà in atto questi cambiamenti nei prossimi anni e come influenzeranno la vita fiscale degli italiani. 

Detrazioni e deduzioni

La riforma fiscale del 2023 sarà mirata a semplificare le detrazioni e le deduzioni per i lavoratori dipendenti, mantenendo quelle più rilevanti. Le spese sostenute per i figli a carico, l’abitazione, la salute e la previdenza continueranno ad essere detratte o dedotte, mentre sarà probabilmente introdotta un’agevolazione fiscale per favorire l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani sotto i 30 anni.

Un’innovazione potrebbe riguardare l’introduzione del quoziente familiare, che determina l’imposta da pagare in base al reddito personale, al numero dei componenti del nucleo familiare e alla loro situazione economica. Il quoziente familiare sostituirebbe l’ISEE nell’accesso a diversi bonus e agevolazioni. A breve sarà sicuramente implementata un’imposta sostitutiva agevolata per gli straordinari e il salario aggiuntivo del tredicesimo mese, con l’obiettivo di stimolare i consumi e promuovere la crescita economica. La tassazione ridotta del tredicesimo mese potrebbe essere applicata già a partire dalla fine del 2023.

Flat Tax come soluzione intelligente e creativa

L’argomento della Flat Tax è senza dubbio controverso e non gode di un consenso unanime all’interno della maggioranza di governo. Mentre la Lega propugna un’aliquota unica per tutti, Fratelli d’Italia, alla guida della coalizione, insiste sull’implementazione di una Flat Tax incrementale. Questo sistema si baserebbe sull’applicazione dell’aliquota unica solamente per i redditi superiori a quelli ottenuti negli anni di imposta precedenti. Permangono delle difficoltà nell’estendere tale misura ai lavoratori dipendenti nel breve termine, ma per gli autonomi l’attuazione potrebbe essere immediata.

Attualmente, i lavoratori autonomi che hanno scelto il regime forfettario continuano a versare una Flat Tax del 15% fino a un reddito di 65.000 euro, o del 5% se non hanno posseduto una partita IVA negli ultimi tre anni e l’apertura di quest’ultima non rappresenta una continuazione dell’attività svolta precedentemente. Tuttavia, il governo sta valutando la possibilità di introdurre un concordato preventivo biennale, che permetterebbe al contribuente di accordarsi con il Fisco sul pagamento delle imposte, indipendentemente dai reali guadagni ottenuti.

La riforma fiscale del 2023 punta, quindi, a introdurre la Flat Tax come soluzione intelligente ed equa per semplificare il sistema fiscale italiano. Tale misura, se attuata con professionalità e prudenza, potrebbe portare benefici significativi sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi, incentivando così lo sviluppo economico del Paese.

Innovazioni nella categoria dell’IVA

Nell’ambito della riforma fiscale del 2023, si mira a una revisione dettagliata della categoria IVA, al fine di allinearsi agli standard normativi dell’Unione Europea. In particolare, si stanno valutando misure volte all’esenzione completa dell’imposta sul valore aggiunto per beni di primaria importanza quali pane e pasta. Parallelamente, sono allo studio modifiche mirate ai meccanismi di detrazione, al fine di semplificare l’accesso a questa forma di agevolazione fiscale.

Il nostro obiettivo è quello di proporre un quadro fiscale armonizzato, in linea con le direttive europee, che consenta ai contribuenti di gestire le proprie tasse in modo efficace ed efficiente. I dettagli specifici di questa riforma saranno resi noti in seguito, una volta completate le valutazioni e le consultazioni necessarie con gli attori coinvolti. Combattere l’evasione fiscale in modo efficace

L’evasione fiscale è un argomento che ha acceso spesso discussioni infuocate tra le diverse forze parlamentari. Nonostante gli sforzi per limitare le vie di fuga degli evasori, sembra ancora un’illusione far pagare le tasse a tutti. Da una parte, si propone di far pagare le tasse a tutti per ridurne l’importo complessivo, mentre dall’altra si vuole ridurre le tasse per fare in modo che tutti le paghino. In sintesi, c’è un evidente disaccordo su quale sia la causa e quale l’effetto.

Il governo ora cerca di instaurare un nuovo rapporto con i contribuenti, cercando di combattere l’evasione fiscale prima ancora che si verifichi. Saranno introdotte misure come tregue fiscali e agevolazioni per sanare le irregolarità nelle dichiarazioni dei redditi attraverso strumenti di adempimento volontario. In altre parole, si cercherà di indirizzare i contribuenti verso la regolarizzazione della propria situazione fiscale prima che l’Agenzia delle Entrate emetta una cartella di pagamento.

Pignoramenti

Si diminuisce la possibilità di un pignoramento automatico dei conti correnti dei debitori in caso di debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. In sostanza, la procedura di pignoramento dei rapporti finanziari non sarà più automatizzata ma sarà incentrata su semplificazione e razionalizzazione.

La legge delega sulla riforma fiscale prevede che al posto della procedura automatizzata, vengano introdotte “razionalizzazione, informatizzazione e semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, anche tramite l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa fin dalla fase di dichiarazione stragiudiziale del terzo, secondo l’articolo 75-bis del Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602”, senza però tralasciare le forme di tutela previste a favore del debitore.

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