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Rimborso NASPI non dovuta: cosa fare se l’INPS chiede indietro i soldi

L’INPS può chiedere ai beneficiari il rimborso della NASPI quando risulta non dovuta. Questo rimborso è generalmente totale, ma in alcuni casi può essere parziale.

La Corte Costituzionale, infatti, ha individuato le circostanze in cui la norma che obbliga la restituzione integrale della disoccupazione NASPI è illegittima.

Alla luce di queste novità, se l’INPS chiede la restituzione dei soldi per la NASPI non dovuta, è bene verificare prima la propria posizione, così da presentare eventualmente ricorso amministrativo.

Rimborso NASPI non dovuta: quando non è totale

Quando un lavoratore, per cause di forza maggiore, ovvero eventi imprevisti e non imputabili a lui, non può proseguire l’attività di impresa per la quale l’anticipazione NASPI gli è stata erogata, allora anche il rimborso della NASPI non è dovuto in forma totale.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 90 del 20 maggio 2024, ha stabilito che, per motivi al di fuori del controllo del lavoratore, come un disastro naturale o un evento imprevisto, la restituzione dovrà essere proporzionata solo al periodo in cui il lavoratore è stato effettivamente impiegato in un lavoro subordinato, poiché solo per quel periodo può considerarsi l’indennità di disoccupazione anticipata priva di causa.

Perciò, secondo la Consulta, l’integrale restituzione dell’anticipazione NASPI in tali casi è parzialmente illegittima.

Quando l’INPS chiede indietro i soldi della NASPI

L’INPS può richiedere la restituzione delle somme considerate illegittimamente erogate a titolo di NASPI in caso di doppia erogazione dell’indennità per lo stesso periodo di disoccupazione o perché vengono meno i requisiti per l’accesso all’indennità (ad esempio, perché viene meno lo stato di disoccupazione o la condizione di perdita involontaria del lavoro, oppure perché non risultano almeno 13 settimane di contribuzione).

Venuti meno i requisiti che garantiscono l’accesso e il riconoscimento nel tempo della NASPI, l’INPS può inviare una richiesta di rimborso delle somme già percepite (ma non spettanti) dal diretto interessato e, in caso di mancata restituzione, può procedere con l’iscrizione a ruolo della somma, con la relativa applicazione di sanzioni e interessi di mora. Col tempo, se la posizione non viene regolarizzata, si procede al pignoramento dei beni.

Cosa fare se l’INPS chiede soldi indietro

Se l’INPS chiede indietro i soldi come rimborso della NASPI non dovuta, il contribuente ha diverse possibilità:

  1. Accettare i termini di restituzione: Se il beneficiario riconosce l’illegittimità dell’erogazione ricevuta, può accettare i termini di restituzione. È possibile anche richiedere una rateizzazione per facilitare il pagamento.
  2. Presentare una richiesta di chiarimenti: Verificare la propria posizione per essere certi di aver diritto alla prestazione (o di averlo avuto).
  3. Presentare un ricorso amministrativo: Nei casi in cui il provvedimento dell’INPS che richiede la restituzione delle somme erogate appare infondato o illegittimo. Questo ricorso può essere fatto inizialmente in via amministrativa e, se necessario, successivamente per vie legali contro un eventuale rifiuto dell’INPS.
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