Il risarcimento atteso da 80 anni
Un risarcimento di trecentomila euro è finalmente stato riconosciuto ai familiari di un militare trevigiano, internato in un lager tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa somma, che include anche gli interessi, deriva da una sentenza del Tribunale Civile e dal successivo intervento del Tar del Veneto. La cifra iniziale di 140.000 euro è stata così incrementata, portando a un indennizzo che rappresenta un importante passo avanti per i diritti delle vittime di conflitti bellici.
La storia del soldato e il contenzioso legale
Il soldato in questione fu arrestato dall’esercito tedesco in un periodo di grande confusione, subito dopo la fuga del re Vittorio Emanuele III e del maresciallo Badoglio. Durante la sua detenzione, il militare svolse diverse mansioni, dall’agricoltura alla falegnameria, in condizioni estremamente difficili. I familiari, dopo anni di attesa, hanno avviato un contenzioso legale che si è concluso nel 2019 con una sentenza favorevole. Il Tribunale ha condannato la Repubblica Federale di Germania a risarcire il danno subito, ma l’importo è rimasto in sospeso fino a poco tempo fa.
Il ruolo del Governo italiano e il Fondo per il ristoro
Nel 2022, il Governo Draghi ha istituito un fondo specifico per il ristoro dei danni subiti dalle vittime dei crimini di guerra e contro l’umanità. Questo fondo è stato creato per garantire che le richieste di risarcimento venissero finalmente onorate. L’Italia, infatti, si era già fatta carico di eventuali richieste future dopo aver ricevuto 80 milioni di marchi in seguito all’accordo di Bonn del 1961, che aveva di fatto esonerato la Germania da ulteriori responsabilità. La recente sentenza ha quindi obbligato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a versare un totale di 307.028,04 euro ai familiari del soldato, un gesto che segna un importante riconoscimento dei diritti delle vittime italiane.